C’è il condensato pesante del tempo, nei nomi romani. Pesante e vertiginoso. Zoccolette, Grotta Perfetta, Babuino, Cessati Spiriti. Chi si inventò I Cessati Spiriti? Non lo sappiamo. Sappiamo solo che i frequentatori di un’osteria del posto, sull’Appia Nuova (termine della Città), all’uscita accusavano scomparsa di beni (cavalli e carrette), senza mai altro poter fare che scorgere un lieve muoversi di canneti. Ladroni lesti? O spiriti?
Vedere, non vedere, l’esorcismo ci andava: fu fatta qualche processione (sembra) e apposta edicoletta con la madonna sulla facciata (1890, pare). L’Osteria riprese i suoi affari e il posto prese quel nome, Cessati Spiriti. Insomma, porchetta e vino sfuso senza paura. Ordinario circuito: pancia piena e testa imbalordita.
Ci venne pure il Conte Tacchia, una volta, a inizio ‘900 (ricordate Montesano?), per un banchetto elettorale: ambiva a sedile di deputato. Nientedimeno. Trombato.
Chi se li inventò i cessati spiriti? Un prete, un pedagogo, un segretario? L’oste?
In epoca più vicina, il Marcello nazionale vi ci accompagna una prostituta nella Dolce Vita. Posto di mignotte? Yess. E de mignottari (allora, si intende). Lo stesso Marcello che l’anno dopo, ritroviamo fantasma sui tetti di Roma, con scarpini, cerone bianco e cameo al collo, nel film di Pietrangeli (1961).
Cosa vi daranno i Cessati Spiriti? Pezzi sparsi di mondo: cinema, filosofia, letteratura, scienza e barzellette. Tutto amalgamato da un unico sentimento: quando qualcuno vi racconta che son gli Spiriti a far sparire i carretti, Voi nun j' avete da crede.